Chi compra & chi vende 1
Dopo il recente voto di fiducia al Governo Berlusconi alcuni esponenti locali del Centrosinistra sono usciti dallo stato politicamente comatoso che li caratterizza da oltre vent’anni ed hanno sussurrato indignati che l’SVP si sarebbe venduta al Centrodestra. La stessa accusa, sostanzialmente di tradimento, era stata formulata all’inizio dell’estate, quando, infastidito dalle petulanti richieste del Centrosinistra meranese, il partito aveva deciso di cambiare partner, cooptando il Centrodestra, facendogli firmare lo stesso programma che era stato accettato dal Centrosinistra, a dimostrazione della scarsa importanza che oramai viene data a certi aspetti considerati puramente formali della politica.
Agli indignatissimi sconvolti dal presumibilmente realistico voto di scambio che ha caratterizzato le scorse settimane, con la concessione di norme e finanziamenti richiesti da tempo ed improvvisamente concessi/ottenuti, vorrei ricordare quanto avvenuto nella primavera del 2006, quando il Centrosinistra nazionale ed i suoi fantocci locali hanno chiesto ed ottenuto l’appoggio preventivo SVP alla maggioranza di Prodi, appoggio in seguito dimostratosi fondamentale visto l’esiguo scarto di voti tra i due schieramenti.
Nel 2006 l’SVP, partito piu’ pragmatico che ideologico, si e’ seduto al tavolo delle trattative anche con esponenti dei Radicali, dei Verdi, di Rifondazione, con i quali in altre situazioni non avrebbe neppure bevuto un caffe’ in piedi al banco, ma che oramai avevano dichiarato di essere pronti ad indicare al proprio elettorato della circoscrizione di Bolzano, l’unica nella quale gli italici sono maggioranza, di votare per un candidato SVP pur di non fare eleggere un esponente del Centrodestra, come del resto era gia’ avvenuto nel 2001 e come avvenne in seguito anche nel 2008. L’SVP ha presentato una serie di richieste che sono state accolte entusiasticamente dai trentini, visto che riguardavano ulteriori trasferimenti di competenze e finanziamenti dallo Stato e dalla Regione alle due Province. Com’era ampiamente prevedibile, gli zombie fantozziani del Centrosinistra italico locale hanno sottoscritto l’accordo elaborato da e per altri, millantando un ruolo di elaborazione e rappresentanza politica che evidentemente non hanno piu’ da oltre vent’anni.
In quella trattativa il Centrosinistra ha ottenuto dall’SVP la promessa della presidenza del Consiglio provinciale ai Verdi e la generica promessa dell’apertura di un generico tavolo di generica discussione sulla generica necessita’ di adeguare genericamente l’autonomia ai nostri tempi, mentre l’SVP ha avuto da Prodi precise garanzie su una serie precisa di precise competenze e diritti. Tra queste, oltre al controllo delle centrali elettriche, di cui in questi tempi possiamo vedere l’applicazione pratica, anche il diritto di modificare la legge elettorale provinciale nella norma relativa alla chiamata degli assessori esterni. Fino ad allora si parlava di maggioranza qualificata, mentre Prodi ed il Centrosinistra indigeno si sono impegnati a riconoscere all’SVP il diritto di prevedere la maggioranza semplice. In questo modo l’SVP potrebbe chiamare in giunta assessori esterni anche senza avere il consenso della maggioranza dei consiglieri del gruppo linguistico dell’assessore chiamato. Se gli italiani eleggessero tutti i consiglieri provinciali italiani politicamente non graditi all’SVP, questo partito potrebbe chiamare uno o due assessori italiani esterni con il semplice voto della maggioranza dei membri del consiglio – in pratica basterebbero i suoi! – anche senza avere la maggioranza qualificata dei soli membri di lingua italiana. Per l’amor della precisione l’accordo e’ stato firmato alle ore 19.30 di martedi’ 21 febbraio 2006, presso la sede dell’SVP.
La teoria prima andreottiana e poi craxiana dei due forni che consentiva ad un partito, anche minore, di governare l’Italia, essendo disponibile a governare con chiunque ed essendo consapevole di essere l’ago della bilancia – teoria che evidentemente sta portando alla formazione del Terzo polo – era poca cosa rispetto alla realta’ politica della Seconda repubblica, quando le elezioni politiche si possono vincere, o perdere, per poche decine di migliaia di voti e la fiducia al governo si puo’ ottenere, o non ottenere, per pochissimi voti. L’SVP non ha due forni a disposizione, ma due fornitissimi e ricchissimi centri commerciali, dove puo’ fare la spesa gratuitamente, come se avesse vinto il recente concorso dell’«Alto Adige». Quando a Roma governa il Centrodestra l’SVP invia il falco Zeller a discutere con Calderoli, esponente del partito etnofederalista leghista che vede nell’SVP il partito-guida, come era visto il PCUS dai comunisti negli anni Cinquanta, ed ottiene sempre le proprie richieste. Quando a Roma governa il Centrosinistra l’SVP invia l’ex falco-ora colomba Peterlini, il quale ricorda di essere stato votato anche dai Verdi e da Rifondazione, oltre che ovviamente dal PD, ed ottiene sempre le proprie richieste.
Non mi sembra quindi il caso parlare dell’SVP venduta: venduti eventualmente sono stati gli elettori altoatesini delle due coalizioni che da circa vent’anni si contendono il controllo dello Stato ed il “vice controllo” della Provincia. Legalmente, si intende !
Bolzano, 18 dicembre 2010.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 18 dicembre 2010.