Il referendum sulla denominazione della Piazza della Vittoria1
La questione dell’odonomastica bolzanina e’ ritornata alla ribalta, non solamente locale, nel 2002, in occasione della scelta della ultrasessantennale maggioranza cittadina SVP-Centrosinistra di cambiare il nome della Piazza della Vittoria in Piazza della Pace, come richiesto da anni dall’allora capogruppo SVP ed ora vicesindaco Ellecosta, che ogni anno in occasione della festa della Liberazione mette in imbarazzo i suoi colleghi di giunta di questa strana Grosse Koalition che raggruppa anche l’UDC, Rifondazione ed i Verdi, ricordando di essere stato liberato dal fascismo, in quanto sudtirolese, l’8 settembre 1943 dai nazisti e non nell’aprile del 1945 dai partigiani o dagli americani.
Sicuramente mantenere l’intitolazione di una piazza cittadina alla vittoria di uno dei gruppi coesistenti, coincidente con la sconfitta dell’altro, era un motivo di scontento per una parte della popolazione, nel caso specifico quella parte che e’ minoranza nazionale, maggioranza provinciale, minoranza comunale.
E’ vero che la vittoria della Grande guerra da parte italiana e’ stata precedente l’avvento del fascismo, ma e’ altrettanto vero che il Monumento alla Vittoria e’ stato costruito in pieno regime, concentrando insieme simboli patriottici, religiosi ed ideologici.
La piazza ed il monumento sono sempre stati considerati quindi i simboli dell’italianita’ e degli italiani, perche’ in questa terra l’italianizzazione e la fascistizzazione sono stati fenomeni coevi e correlati, con la creazione di simboli potenti anche se fasulli, come gli ossari nelle zone di confine dove non e’ mai morto nessuno, e quindi il cambiamento dell’intitolazione della piazza o la modifica del monumento – che se fatti immediatamente dopo la fine del regime probabilmente non avrebbero suscitato tanto clamore – era un motivo di scontento per una parte della popolazione, nel caso specifico quella parte che e’ maggioranza nazionale, minoranza provinciale, maggioranza comunale.
Certamente una scelta di questo tipo, di per se’ auspicabile, sarebbe stata condivisa dalla maggior parte della popolazione cittadina se non fosse per quel piccolo particolare, che da vent’anni caratterizza la politica locale, per cui al governo insieme all’SVP nel Comune di Bolzano ed in Provincia non ci stanno i politici piu’ votati dagli altoatesini, ma quelli cooptati dal partito dei sudtirolesi, una sorta di “anatra zoppa dell’autonomia” dalle devastanti conseguenze per quanto riguarda la legittimazione politica, nonostante tutto l’impegno dei corifei della pacifica convivenza, compresi gli intellettuali e gli storici embedded.
Se la vittoria degli uni coincide con la sconfitta degli altri, scelte di questo tipo o cambiamenti radicali delle regole del gioco si possono fare solamente nelle situazioni di parita’, di equilibrio dei poteri, di pari dignita’ tra i gruppi. Oppure vanno prese come atti si’ unilaterali, ma di disarmo, non di aggressione e imposizione, e sarebbe auspicabile una presa di coscienza da parte degli altoatesini dell’assurdita’ della maggior parte della toponomastica italiana e del fatto che alcuni nomi di strade possono offendere la sensibilita’ nazionale dei sudtirolesi, come sarebbe auspicabile una presa di coscienza da parte dei sudtirolesi del fatto che la tutela delle minoranze dovrebbe accompagnarsi continuamente con la valorizzazione di tutte le minoranze, anche di quelle locali nazionalmente maggioritarie, della democrazia e dell’autonomia territoriale e progressiva.
L’esito del referendum del 2002 e’ stato chiarissimo, e le conseguenze si sono avvertite fino alle ultime elezioni comunali del 2005, sia quelle di maggio sia quelle di novembre. L’analisi del voto referendario ed amministrativo da parte dei politici del Centrosinistra evidentemente non e’ stata molto approfondita e forse non era neppure necessaria, visto che chi continua a perdere consenso da oltre vent’anni continua ugualmente ad amministrare, pur con autorevolezza e progettualita’ sempre minori.
Non a caso i partiti italiani della coalizione perdente alle elezioni del maggio 2005, dopo la decisione dell’SVP di non governare con il Centrodestra, dopo avere tirato un profondo sospiro di sollievo hanno tempestivamente elaborato una “Dichiarazione congiunta” nella quale si leggeva:
“I sottoscritti capigruppo del Consiglio Comunale uscente eletto l’8 maggio 2005, considerano inaccettabile la grave situazione che si e’ venuta a creare al Comune di Bolzano.
(…)
In questo senso sono molto gravi le responsabilita’ politiche del Governo e del Centrodestra che, nell’irresponsabile tentativo di condizionare la politica cittadina, hanno creato un pericoloso e incontrollabile conflitto istituzionale.
La via da seguire e’ quella del rispetto degli equilibri istituzionali e delle garanzie e del ripristino della normalita’ al piu’ presto possibile.
(…)
Con la nostra iniziativa intendiamo, inoltre, sollecitare tutte le istituzioni coinvolte, in primo luogo il Commissario per l’Amministrazione straordinaria e la Provincia, affinche’ possano tornare al centro dell’attenzione i problemi della citta’ senza perdere altro tempo prezioso e si recuperi un clima di legalita’ e di serenita’ in vista delle delicate elezioni del 6 novembre 2005.
Indichiamo pertanto le questioni prioritarie che il Comune puo’ e deve affrontare durante il periodo di commissariamento e avanziamo anche la richiesta di consultazioni periodiche da parte del Commissario e dei Sub-commissari con le forze politiche, con le Circoscrizioni e con le forze sociali della Citta’:
(…)
11. Conferma dell’impegno del Comune per garantire la convivenza tra i gruppi linguistici anche in relazione a delicate commemorazioni o alle questioni della toponomastica e della odonomastica;
(…)”
Il socio di maggioranza della coalizione, vinte le elezioni del novembre 2005 al primo turno con un vantaggio di 213 voti su 59.379 votanti, lo 0,3587126 % della popolazione ancora votante, e conquistando ulteriori quote del pacchetto azionario, visto che i partiti del Centrosinistra italiano hanno perso ulteriori voti e consiglieri, ha ringraziato tutti partecipando l’8 dicembre, con l’Obmann in persona – Pichler Rolle, che aveva precedentemente dichiarato di partecipare alle manifestazioni del 25 aprile come vicesindaco, non come Obmann -, come non accadeva da anni, alle commemorazioni di Sepp Kerschbaumer, terrorista sudtirolese degli anni Sessanta, al quale e’ dedicata una via nel proprio paese, ricordando che ci sono sensibilita’ diverse, ma un solo popolo sudtirolese.
Bolzano, 2 marzo 2010.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 15 marzo 2010.