Politica & partecipazione 1
Alle prossime elezioni comunali del 16 maggio i 76.000 potenziali elettori dei 102.000 abitanti di Bolzano potranno scegliere tra 21 liste composte da 539 candidati e 9 candidati sindaco. Il rapporto tra posti in consiglio e candidati e’ di 1 a 10,78. Il rapporto tra candidati sindaco ed iscritti alle liste elettorali e’ di 1 a 8.400.
I 27.000 potenziali elettori dei 37.000 abitanti di Merano potranno scegliere tra 14 liste composte da 256 candidati e 10 candidati sindaco. Il rapporto tra posti in consiglio e candidati e’ di 1 a 6,4. Il rapporto tra candidati sindaco ed iscritti alle liste elettorali e’ di 1 a 2.700.
Tutto questo proliferare di liste e coalizioni dai nomi spesso fantasiosi e sempre ipocriti rispetto alla realta’ vera della politica in un’epoca dove la lontananza tra le istituzioni, i partiti che le hanno occupate ed i cittadini e’ sempre piu’ evidente, come hanno dimostrato anche le recenti elezioni amministrative svolte nelle principali regioni italiane dove tutti i partiti hanno perso voti, anche quelli che hanno vinto le elezioni, a causa dell’aumento dell’astensionismo.
Questa caratteristica, che accomuna ogni realta’ territoriale italiana, trova in Alto Adige delle peculiarita’, non solo nel mondo delle minoranze nazionali, ma anche in quello della minoranza territoriale/maggioranza nazionale.
In Alto Adige infatti dopo la fine del fascismo e del nazismo gli altoatesini, a differenza degli italiani delle altre regioni d’Italia e dei sudtirolesi, non ebbero la possibilita’ di ricollegarsi idealmente, politicamente ed organizzativamente, alle situazioni precedenti all’avvento del fascismo, per il semplice motivo che prima di allora la presenza italiana in questa provincia era numericamente irrisoria e non organizzata politicamente. Mentre nelle altre realta’ italiane vennero quindi ricostituiti i partiti politici ed i sudtirolesi si organizzarono subito in modo etnico e territoriale, in Alto Adige gli altoatesini si trovarono politicamente “spiazzati”.
Dopo il 1945 gli altoatesini ebbero quindi con i partiti nazionali un rapporto di “franchising”, quel contratto commerciale sviluppatosi negli ultimi decenni in base al quale una ditta affermata concede ad un imprenditore locale il diritto di avvalersi del proprio marchio piu’ o meno prestigioso, purche’ questo si impegni a vendere in esclusiva i prodotti dell’azienda in una sede adeguata.
Ed anche all’inizio del terzo millennio, ad oltre 90 anni dall’annessione ed a quasi 40 anni dal nuovo Statuto, gli altoatesini non riescono ad organizzarsi politicamente, nemmeno a livello amministrativo, senza fare riferimento al “quadro nazionale”, mentre in tutta l’Italia del Nord cresce l’ammirazione e l’interesse, anche tra gli esponenti dei partiti del “quadro nazionale”, per il partito localmente dominante che da sempre ha avuto come riferimento l’etnicita’ ed il territorio, alleandosi di volta in volta anche con il peggiore nemico, sempre disposto ad esultare in caso di cooptazione al governo, anche rinnegando le analisi e le prassi politiche precedenti e spacciando per grandi aperture politiche quelle che sono in realta’ solamente accordi tattici. Capita cosi’ che la notizia dell’appoggio da parte dell’SVP bolzanina alla coalizione di Centrosinistra al primo turno sia commentato entusiasticamente dagli esponenti di una coalizione politica che da oltre 25 anni e’ sempre meno votata e legittimata, che parlano di “uno storico accordo che dimostra di essere passati da una politica etnica ad una politica vera, basata su visioni e strategie comuni”, come gia’ retoricamente proposto nel novembre del 2005, mentre il quotidiano locale di lingua tedesca pubblica la notizia solamente a pagina 21, in un articolo di taglio medio nelle pagine “Aus dem Bezirk Bozen”, come dire una notizia locale di secondaria importanza. Ma pochi giorni dopo nella ridente localita’ di Salorno, uno dei pochi comuni della provincia a maggioranza italiana, dove gli altoatesini sono il 62% della popolazione dichiarata al censimento e gli immigrati sono oltre il 20% della popolazione realmente presente, lo stesso partito che a Bolzano garantisce “uno storico accordo che dimostra di essere passati da una politica etnica ad una politica vera, basata su visioni e strategie comuni”, conclude un accordo con i Freiheitlichen, con l’obiettivo dichiarato di conquistare il 5° consigliere comunale tedesco, in difesa della politica etnica.
Evidentemente gli esponenti politici del Centrosinistra di Bolzano non leggono attentamente la cronaca della provincia.
Bolzano, 17 aprile 2010.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 18 aprile 2010.