Cultura & progettualita’1
Voi come lo immaginate il direttore dell’Ufficio comunale competente per lo sport? Deve essere necessariamente un pentatleta con gli addominali a tartaruga o e’ sufficiente che sia un bravo amministratore – anche se magari di fisico gracile e per giunta occhialuto -, che conosca le leggi ed i regolamenti, bilingue e competente del settore in cui opera e sappia compilare una delibera in modo che non sia rinviato a giudizio dalla Corte dei conti per avere fatto un favore al politico di riferimento di turno?
Il politico competente deve essere una persona del mondo dello sport, lui deve avere le competenze, le conoscenze e la progettualita’ per non limitarsi alla mera amministrazione dell’esistente, non il funzionario.
Recentemente l’assessora alla cultura del Comune di Bolzano, che dopo il suo insediamento ha modificato la denominazione dell’assessorato in Assessorato alla Cultura, alla Convivenza, all’Ambiente ed alle Pari Opportunita’, ha dichiarato di non volere confermare la dirigente della Ripartizione, perche’ punta ad una persona espressione del mondo culturale, in grado di vincere le sfide che una citta’ come Bolzano deve porsi nel XXI secolo.
L’attuale assessora conosce bene i meccanismi dell’amministrazione comunale, essendone stata fino al suo ingresso in giunta nel 2005 un funzionario, di quello stock di funzionari senza titoli finiti sotto inchiesta della Corte dei conti nel 2007: alcuni non avevano partecipato ad alcun concorso, alcuni non avevano il patentino di bilinguismo adeguato, alcuni non avevano una laurea, alcuni avevano solamente una maturita’ comperata in una scuola privata. Tutti pero’ si erano dimostrati politicamente nei secoli fedeli, ed un promemoria interno del city manager, finito avventurosamente pubblicato sui giornali, definiva rischioso mettere a concorso certi incarichi che richiedono un rapporto di fiducia col politico di turno. L’allora neo assessore al personale di Bolzano, invece di prendere le distanze da uno stile politico che ha caratterizzato il secolo scorso in un rapporto marcio tra politici e funzionari – che una volta erano spesso esecutori di ordini anche illegittimi impartiti da politici potentissimi, mentre ora, dopo tangentopoli, sono felici di avere a che fare con dei politici e dei partiti e/o movimenti inconsistenti, cosi’ comandano loro – ha affermato candidamente che “i titoli di studio non sono piu’ cosi’ importanti”, spalleggiato dal sindaco che ha affermato: “Squadra vincente non si cambia!”, mentre l’assessora regionale competente, appartenente alla stessa area politica, si e’ affrettata ad emanare una legge che ha salvato la situazione incancrenita consolidata, con uno stile similberlusconiano applicato da sedicenti antiberlusconiani.
Ora l’assessora diplomata e dotata di attestato di bilinguismo per diplomati, che non ha mai potuto partecipare al concorso per dirigenti del Comune di Bolzano per mancanza di titoli – che ha preso il posto del precedente assessore alla cultura, un geometra che da vent’anni faceva il funzionario sindacale, come lei estraneo al mondo culturale -, sostiene che la funzionaria in questione, laureata in storia antica con laurea quadriennale, con specializzazione triennale in archeologia e vincitrice di un dottorato triennale in epigrafia e numismatica antica, con attestato di bilinguismo per laureati ed iscritta all’albo dei dirigenti comunali dal 1994, non e’ adatta a ricoprire un ruolo apicale dell’Assessorato alla cultura ecc. ecc. ed e’ quindi alla ricerca di una persona con altre caratteristiche.
Ma le caratteristiche politiche e culturali e la progettualita’ deve possederle il politico, non il funzionario, e se proprio il politico non le possiede deve incaricare dei consulenti veramente preparati, non dei compagni di partito – pa’rdon, di movimento! -, che hanno incarichi solamente per meriti politici e dei titoli cosi’ scadenti da far sorridere anche i serissimi giudici del TAR.
Non e’ solamente una questione etnica, relativa all’opportunita’ che l’Ufficio sia diretto da un altoatesino o da un sudtirolese, e’ una questione di competenze e di professionalita’ e di distinzione dei ruoli tra chi deve indicare la progettualita’ politica e chi deve garantire i percorsi amministrativi delle delibere di giunta e dei provvedimenti amministrativi. In mancanza di questa progettualita’, o nell’impossibilita’ politica di raggiungere alcuni obiettivi visti i rapporti di forza all’interno della Giunta comunale, ambire ad avere un intellettuale prestigioso disposto a trasformarsi in un grigio burocrate e’ solamente una perdita di tempo, di risorse e di professionalita’, che non rispettano la Cultura, la Convivenza, l’Ambiente e le Pari Opportunita’,
Bolzano, 5 aprile 2011.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 6 aprile 2011.