Monumento & totalitarismi1
La recente decisione del Parteileitung dell’SVP di votare la sfiducia in occasione dell’imminente voto sull’operato del ministro della cultura Sandro Bondi pone fine alle illusioni di chi, a partire dall’astensione in occasione del dibattito relativo a Berlusconi, aveva parlato di una nuova fase dei rapporti tra SVP e Centrodestra. Era il 14 dicembre 2010, poco piu’ di un mese fa, e subito i politici del Centrodestra avevano parlato di nuovi scenari possibili – dimenticandosi di quanto quell’area politica ha fatto contro l’autonomia provinciale -, mentre i politici del Centrosinistra si erano indignati ed avevano accusato il governo di avere svenduto il Parco dello Stelvio – dimenticandosi che lo stesso progetto era stato avviato dal governo Prodi in una situazione analoga e dimenticandosi l’elenco delle richieste SVP approvate “a pie’ di lista” nel febbraio 2006, pur di ottenere l’appoggio a Prodi, elenco che prevedeva anche la chiamata degli assessori provinciali italiani esterni al Consiglio stesso e votati dalla sola SVP -.
In un mese e’ cambiato poco nello scenario politico nazionale e nulla in quello locale.
A livello nazionale si dibatte solamente delle disavventure giudiziarie e personali del premier tra indignazione e gossip, e chi propone di discutere seriamente anche di altri temi, come quello del lavoro, ad esempio, viene tacciato di essere re’tro, dimostrando in questo modo che il berlusconismo ha vinto a prescindere dal futuro di Berlusconi.
A livello locale continua il gioco delle parti tra l’SVP ed i suoi inconsistenti alleati, volutamente ignorando il fatto che il Centrodestra e’ gia’ alleato dell’SVP in alcuni comuni e si comporta esattamente come si e’ sempre comportato il Centrosinistra, gestendo, spesso male, gli spazi di potere sempre piu’ limitati che questa lascia ancora loro, per ora.
Ma in questi 40 giorni la debolezza del governo e’ ulteriormente aumentata, e l’SVP ovviamente ne approfitta per ottenere quello che vuole da sempre, anche perche’ l’SVP, a differenza delle coalizioni italiche e dei loro partiti, un disegno politico di lungo periodo ce l’ha. Nello specifico si intende contrattare la sfiducia o l’astensione al ministro della cultura, accusato dai sudtirolesi non di non avere saputo gestire gli scavi di Pompei ed il patrimonio culturale italiano, del quale all’SVP importa poco o nulla, ma di avere stanziato finanziamenti per la conservazione del Monumento alla Vittoria di Bolzano, giudicato gravemente offensivo per la popolazione sudtirolese. Il ministro ha subito risposto alla richiesta, nemmeno tanto implicita ed elegante, di contrattare il voto di s/fiducia con l’accettazione del progetto SVP relativo al monumento, uno dei pochi elementi che tuttora non sono di competenza provinciale, affermando: “Sin dal mio insediamento ho sempre vigilato affinche’ le risorse stanziate durante la responsabilita’ dei miei predecessori fossero utilizzate …”, scaricando in questo modo su altri la principale responsabilita’ di avere deciso di stanziare dei finanziamenti per impedire che il monumento andasse a pezzi. Le richieste SVP, anche in questo caso, possono essere anche condivisibili, come quella relativa alla realizzazione nella cripta di un museo del totalitarismo del XX secolo. Per “totalitarismo” si intendono quei sistemi politici in cui lo Stato esercita il controllo totale della societa’ e della vita politica dei cittadini, della loro mentalita’, della loro cultura, fin della loro coscienza, puntando alla totale identificazione tra Stato e societa’ attraverso l’identificazione del partito unico con lo Stato. Fondamentale per lo Stato totalitario e’ il controllo di ogni ambito vitale del cittadino, dalla nascita alla morte, dalla scuola, all’associazionismo, alla cultura, al tempo libero, tutto e’ finalizzato in modo di assumere un significato politico ed ideologico. Provate a sostituire il termine “Stato” con “Provincia” e ad aggiungere a questo modello un riferimento anche all’etnia, vista come un dato piu’ biologico che culturale, ed a pensare a com’era la societa’ sudtirolese fino a trent’anni fa, quando pochi generosi hanno cominciato a criticare questo modello sociale dal punto di vista politico, culturale e sindacale, e capirete che l’Alto Adige, o il Sud Tirolo, come lo ha definito Bondi nel suo comunicato, ben si presta ad ospitare un museo del totalitarismo del XX secolo. Aggiungete un riferimento al “totalitarismo imperfetto” – la categoria storiografica applicata al fascismo che, probabilmente proprio in quanto italiano, non e’ riuscito a raggiungere (fortunatamente) gli stessi risultati del nazismo germanico in ogni ambito – e provate a pensare ad un sistema politico dove, pur in presenza di piu’ partiti, un unico partito decide tutto di tutto, anche chi deve rappresentare al governo la minoranza locale/maggioranza nazionale, facendo fare agli esponenti politici di maggioranza e di opposizione di questo sgarrupatissimo gruppo delle figure penose che a volte fanno arrabbiare, ma sempre piu’ spesso fanno auspicare una sempre maggiore forza del partito rappresentante della minoranza nazionale/maggioranza locale per evitare di assistere al penoso gioco delle parti dei politicanti italici, ed avrete un modello di etno-federalismo-totalitarismo. Questa volta perfetto. Roba da fargli un monumento.
Bolzano, 25 gennaio 2011.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull’«Alto Adige» il 26 gennaio 2011.