Il re e l’imperatore 1
La notizia del duro scontro tra il vecchio re Magnago ed il nuovo imperatore Durnwalder sul problema dell’aeroporto mi ha ripresentato dei flashback di vecchie discussioni svolte negli anni settanta all’interno della sinistra patetica, che allora frequentavo assiduamente.
Alcuni sostenevano che era importante accettare tutte le richieste dell’SVP, anche quelle che risultavano evidentemente antidemocratiche, a volte anticostituzionali e/o antiitaliane, perche’ questo era considerato il prezzo da pagare per risarcire i sudtirolesi dei danni subiti durante il fascismo e la prima autonomia – quella gestita dal centralismo trentino – e la premessa per quell’articolazione politica della societa’ sudtirolese che, in una concezione meccanicistica e lineare della storia e della politica, sarebbe stata possibile solamente qualora i sudtirolesi si fossero sentiti garantiti.
Ricordando una delle definizioni dell’imperialismo, secondo la quale il consenso interno delle societa’ imperialiste sarebbe dovuto al fatto che la ricchezza viene prodotta all’esterno della societa’ e consumata al proprio interno, sostenevo che, finche’ lo Stato-cattivo, Roma, raccoglieva le imposte ed il Land-buono, Bolzano, concedeva benevolmente contributi con i finanziamenti statali che superavano il prelievo fiscale locale (oltre al fatto che lo Stato pagava le spese per la scuola, la giustizia, l’ordine pubblico, ecc.), il consenso locale all’SVP sarebbe cresciuto all’infinito, anche perche’ le competenze provinciali venivano gestite fondamentalmente bene dal punto di vista amministrativo, pur con alcuni squilibri settoriali che, in una divisione etnica del lavoro e del territorio, risultavano a volte anche etnici.
Chiusa la vertenza internazionale non solo la societa’ sudtirolese non si e’ articolata dal punto di vista politico, ma oramai la figura dell’imperatore Durnwalder oscura quella del vecchio re Magnago, oltre a quelle scialbette degli assessori della Sua giunta.
Bolzano, 2 dicembre 1998.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull'”Alto Adige” il 2 dicembre 1998.