Il centro-sinistra ed il “fattore BB”1
Nel suo editoriale pubblicato il 23 giugno su questo giornale un costituzionalista ecologista ha giustamente ricordato che “Oggi i programmi politici sono ancora troppo ricchi di proposte e troppo poveri di soluzioni procedurali. La gran parte delle proposte sono generalmente condivisibili, ma senza la previa dimostrazione della capacita’ politico-istituzionale per realizzarle restano parole vuote. (…) Spiegare con quali soldi si fara’ cosa, con quali alleati (…) passando per quali provvedimenti amministrativi, in quanto tempo. (…) Sono questi i massimi sistemi di oggi: la capacita’ di sapere come fare le cose, non quella di immaginare scenari utopici e venderli con la tecnica dei piazzisti.”
Considerazioni perfettamente condivisibili, a patto che riguardino non solamente i partiti ma anche quelle organizzazioni politiche, come i Verdi, che fanno finta di non esserlo, i quali continuano ad usare l’icona langeriana per ipotizzare societa’ postetniche basate sulla paradisiaca convivenza senza indicare le modalita’ e le alleanze necessarie ed essendo parte integrante della coalizione spartitoria Ulivo/SVP, partito statutariamente etnico e decisamente poco interetnico.
Le stesse considerazioni dovrebbero porsi anche per quanto riguarda le proposte di modificare lo Statuto di autonomia, scritto negli anni Sessanta del secolo scorso e sicuramente inadatto alla situazione “di fatto e di diritto” del XXI secolo, oltre che foriero di divisioni etniche, ecc. ecc., perche’ non tutte le proposte di modifiche vanno nella stessa direzione, propongono le stesse alleanze, ecc.
I Verdi, ad esempio, da tempo propongono di superare lo Statuto togliendo gran parte delle garanzie reciproche di rappresentanza etnica, dimenticandosi che da anni la rappresentanza etnica italiana in giunta provinciale se la sceglie direttamente il partito etnico tedesco, che ben si guarda da collocarsi politicamente nel centrosinistra.
Uno dei responsabili della Junge Generation di Appiano, ad esempio, non uno skinned qualunque, pochi mesi or sono ha pubblicato un documento hard nel quale metteva in guardia il partito dal fatto che, con l’attuale legge elettorale e continuando il trend dell’immigrazione italiana nel Comune di Appiano, c’e’ il rischio che nel 2015, nelle prime elezioni amministrative dopo il prossimo censimento del 2011, ad Appiano ci sia un vicesindaco italiano.
A dimostrazione che “tutto fluisce e scorre” e che nulla e’ immodificabile, l’altro giorno il Consiglio comunale di Bronzolo ha modificato il proprio statuto, che prevedeva che il vicesindaco dovesse appartenere al gruppo linguistico diverso di quello del sindaco. Fino ad ora il problema non si era mai posto: ad un sindaco tedesco/SVP corrispondeva un vicesindaco italiano/DC (o post) o viceversa. Ma nelle ultime elezioni si e’ verificato un caso strano, che potremmo definire “il fattore BB”, dove la sigla sta per il Bertinazzo da Bronzolo. Il Bertinazzo, di famiglia di tradizione italiana e socialista, per fare un concorso all’ANAS si e’ dichiarato tedesco al censimento, come hanno fatto molti italiani al 100 % e quasi tutti i mistilingue. Non e’ mia intenzione fare la ricostruzione genealogica del personaggio e verificare se ed in che modo sia mistilingue. Sicuramente i Verdi radical-chic e la sinistra patetica fintamente interetnica che sta nelle giunte cooptata dall’SVP in quanto rappresentante (di minoranza) degli italiani non danno molta importanza alla cosa ed anch’io, se il fenomeno fosse “bidirezionale”, non lo considererei molto grave. Ma se quasi tutti i mistilingue si dichiarano tedeschi ed anche molti italiani lo fanno, mentre non succede quasi mai il contrario, significa che i gruppi linguistici in Alto Adige non hanno ne’ pari dignita’ (dal punto di vista sociale) ne’ pari opportunita’ (dal punto di vista del mercato del lavoro e delle risorse). E questo e’ un problema politico che non si puo’ ignorare con vuoti e retorici slogan inneggianti alla convivenza ed alla societa’ postetnica.
Ma il problema innescato dal “fattore BB” e’ un altro. Mentre quasi tutti i mistilingue o gli italiani che si dichiarano tedeschi e che vogliono fare politica la fanno nell’SVP (il gruppo consiliare bolzanino dell’ultima legislatura era formato tra l’altro da Buratti, Franchi, Rizzolli, Maffei, a dimostrazione della concezione dell’integrazione etnica che caratterizza il partito; molti sindaci dei comuni della Bassa atesina hanno dei cognomi di origine trentina, la qual cosa non impedisce loro di proporre di eliminare la toponomastica italiana, ad esempio) il BB ha voluto continuare la tradizione famigliare, iscrivendosi al Partito Socialista e risultando eletto sindaco. A questo punto l’SVP ha preteso di cambiare lo statuto comunale, per evitare che il sindaco fosse un tedesco non-SVP ed il vicesindaco fosse un italiano non-SVP, ribadendo quanto affermato piu’ volte dal mitico Ellecosta – non un ubriacone allo Stammtisch dell’osteria, ma il capogruppo SVP nel Consiglio comunale di Bolzano -, uno che da trent’anni colleziona una serie di vere perle dell’aneddotica locale della convivenza, come quando defini’ la consigliera comunale verde sudtirolese Rungger una ex sudtirolese, perche’ non SVP. Per ribadire il concetto che l’idiozia ed i “ragionamenti” dei nazionalisti sono uguali ovunque, ed e’ un vero peccato che siano espressi in lingue diverse, altrimenti scoppierebbe improvvisamente la pace, ricordiamo che, pochi anni prima, gli ex neo ora post fascisti dicevano che Viola era un ex italiano, perche’ auspicava una collaborazione con l’SVP.
E’ lo stesso concetto che evidentemente hanno accettato anche i Verdi, gli ex “antiautonomisti”, secondo l’SVP, incendiari a vent’anni e pompieri a cinquanta, i quali ora a volte sono cooptati nelle giunte comunali dall’SVP, e forse in futuro lo saranno anche nella giunta provinciale o alla Presidenza del Consiglio, ma sempre e solamente se italiani, perche’ l’SVP si considera il partito che rappresenta i veri sudtirolesi, die echten Suedtiroler.
Ora, con questo precedente, i ragazzotti intemperanti della Jugend Generation dell’SVP di Appiano potranno dormire sonni tranquilli: nel loro comune, cosi’ come negli altri 112 su 116, non ci sara’ il pericolo di vedere un italiano come vicesindaco.
Ma se a Bolzano vincesse il centrodestra nelle prossime elezioni comunali e decidesse, con la stessa “logica”, di cambiare lo statuto per papparsi anche la carica di vicesindaco cosa accadrebbe?
Le proposte di modificare lo Statuto di autonomia, scritto negli anni Sessanta del secolo scorso e sicuramente inadatto alla situazione “di fatto e di diritto” del XXI secolo, vanno quindi avanzate con estrema cautela e l’auspicabile “disarmo etnico” deve essere bilaterale e non frutto di atti di forza unilaterali o di pateracchi tra chi rappresenta la maggior parte di un gruppo linguistico e chi finge di rappresentare l’altro gruppo, altrimenti la sensazione di non contare politicamente nulla continuera’ ad aumentare, pur nella consapevolezza di vivere in una terra dove gli indicatori della ricchezza materiale sono al top. Cerchiamo di alzare anche gli indicatori della ricchezza culturale e democratica-partecipativa, perche’ spesso “chi e’ sradicato sradica”.
Bolzano, 3 luglio 2005.
Giorgio Delle Donne
1 Editoriale pubblicato sull'”Alto Adige” il 3 luglio 2005.